A PROPOSITO DEI BANDI “SOCIAL HOUSING”

Il 25 maggio la Giunta Comunale ha approvato la delibera n.134/2021 con la quale definisce requisiti e indirizzi per l’emanazione di quattro bandi per la locazione di alloggi non soggetti alla normativa dell’Edilizia Residenziale Pubblica (alloggi NON ERP).

Gli alloggi sono localizzati nella Venezia insulare e, in particolare: 15 in “Centro storico” (di cui 2 a Murano), 34 alla Giudecca, 15 a Burano, 2 a Sant’Erasmo.

Destinataria di questi alloggi dovrebbe essere, secondo la Giunta, quella fascia di domanda, rappresentata da coloro che posseggono un reddito non sufficiente per accedere con facilità al mercato libero e, nello stesso tempo, superiore a quello mediamente previsto per beneficiare delle case ERP. Da una lettura attenta della Delibera ci sentiamo di sollevare quattro questioni:

1. L’informativa riporta: “I nuclei interessati potranno partecipare ad uno solo dei bandi emanati”. Ora, se può essere comprensibile un bando limitato territorialmente a Burano o a Sant’Erasmo, data la peculiarità geografica di queste isole, separare l’isola della Giudecca dal “Centro storico” — al cui interno è invece collocata l’isola di Murano — in virtù di presunte specificità territoriali non ha senso, né geografico, né socio-economico.

Infatti Giudecca e “Centro storico” sono indissolubilmente legati, sia per le attività lavorative che per la residenza: il ripopolamento dell’isola negli ultimi decenni, che vi ha portato famiglie provenienti dagli altri sestieri della Città insulare, è stato favorito dagli interventi pubblici nelle aree Fregna e Trevisan, all’ex Dreher, all’ex Fabbrica del ghiaccio.

Ci chiediamo, quindi, che senso abbia.

2. Ritornando ai destinatari degli alloggi, si tratta di famiglie del “ceto medio” (secondo la formula usata nella Delibera) con redditi troppo alti per l’accesso all’ERP, ma che non possono permettersi i prezzi correnti nel mercato libero della casa.

Per rispondere a questa domanda occorrerebbero requisiti economici conseguenti per la partecipazione al bando. Ora, quelli fissati nella Delibera prevedono un ISEE familiare non superiore a 25.000 euro e non inferiore a 8.000 euro.

Ricordiamo che il tetto massimo per la partecipazione al bando ERP del 2019 era di 20.000 euro di ISEE-ERP (la differenza sostanziale con l’ISEE è che nell’ISEE-ERP non è detratto il costo dell’affitto).

Ricordiamo anche che nel bando 2018 per l’assegnazione di 29 alloggi di social housing “rivolto a nuclei familiari con reddito medio basso” i limiti erano rispettivamente di 30.000 euro e di 13.000 euro.

La nostra impressione è che una parte, non certo marginale, degli alloggi messi a bando saranno assegnati a famiglie che già sono in graduatoria ERP e che qualora ottenessero l’assegnazione, pagherebbero non un “canone sociale”, ma un “canone concordato” (molto più alto)[1]. Il Comune di Venezia, dunque, apre bandi per alloggi in “social housing” a cui possono accedere famiglie che avrebbero diritto alla casa popolare. Probabilmente tra chi farà domanda ci saranno alcune delle 2000 famiglie già in graduatoria che ancora attendono l’assegnazione, le quali, messe di fronte alla mancanza di riconoscimento del loro diritto, si adatteranno a queste nuove condizioni, ovvero a canoni superiori a quelli compatibili con i loro redditi reali.

Se l’obiettivo è quello di “facilitare l’accesso al mercato della locazione per famiglie e giovani coppie, al fine di salvaguardare e rigenerare un tessuto sociale residenziale vivo e coeso…”, lo si può perseguire in primo luogo attraverso l’Edilizia Residenziale Pubblica.

Infatti, la L.R. 39/2017 all’art. 30 stabilisce delle riserve di alloggi da assegnare annualmente:

a) fino all’8%, a favore di coloro che non hanno compiuto il trentacinquesimo anno di età alla data di pubblicazione del bando;

b) fino all’8 per cento, a favore delle coppie che abbiano contratto matrimonio da non oltre tre anni dalla data di pubblicazione del bando o che contraggano matrimonio entro un anno e comunque prima dell’assegnazione dell’alloggio;

c) fino all’8%, a favore delle famiglie costituite da un unico genitore, con uno o più figli a carico.

3. La Delibera, e i bandi conseguenti, prevedono che, a conclusione della raccolta delle domande e delle procedure istruttorie, non siano possibili ricorsi amministrativi e che le graduatorie siano così rese definitive con immediatezza.

Com’è motivata questa clausola? Leggiamo la delibera: per “…impostare le procedure concorsuali sulla base di regole e modalità quanto più snelle ed efficaci, con abbattimento dei tempi di espletamento delle procedure stesse, in modo tale da dare esito sollecito alla domanda di alloggi che perverrà dalla cittadinanza interessata.”

Quindi, per procedere più celermente.

Ci chiediamo a cosa servano, se non a velocizzare le procedure, i 315.114 euro che con la stessa Delibera la Giunta stanzia per l’affidamento a Insula di ulteriori attività, tra le quali “la gestione dei bandi in corso”.

E qualora un richiedente ritenesse di essere stato escluso dalla graduatoria immotivatamente, o di avere ottenuto un punteggio non conforme alle proprie condizioni, cosa può fare? La delibera non lo dice, ma nei bandi si può leggere che “…avverso il provvedimento di approvazione della graduatoria è ammesso ricorso al TAR Veneto entro 60 gg. dalla pubblicazione.”

Cioè, un richiedente alloggio è trattato come se fosse un’impresa che ha partecipato a un appalto pubblico e volesse contestare i risultati della gara d’appalto rivolgendosi al TAR.

Diciamo che questo vincolo ha l’unico scopo di mettere di fronte le famiglie a un fatto compiuto e incontestabile.

Proviamo a pensare ai costi di un ricorso al TAR e ai redditi delle famiglie richiedenti alloggio. Proviamo anche a pensare all’eventualità che uno o più richiedenti facciano ricorso al TAR e che questo ricorso sia accolto: che ricadute avrebbe sulla legittimità della graduatoria e delle assegnazioni?

4. Sarebbe ora di fare chiarezza sui criteri di attribuzione degli alloggi comunali (e ATER) al patrimonio ERP o NON ERP, di rendere pubblici tali criteri e l’elenco degli alloggi che ricadono nell’una e nell’altra categoria, anche alla luce delle novità introdotte dall’art. 21 della L.R.39/2017 che ridefinisce in parte i criteri di determinazione del patrimonio ERP.

Un’ultima annotazione: il recupero degli alloggi messi a bando è costato circa 1,7 milioni di euro. Di questo investimento, nemmeno un centesimo è stanziato dal bilancio comunale. I finanziamenti provengono tutti dalla Legge Speciale per Venezia, o dall’Unione Europea attraverso il programma PON Metro.

[1] Se facessimo una simulazione per eccesso, un alloggio di 75 mq in condizioni ottime e un ISEE-ERP familiare di 13 mila euro, il canone ERP sarebbe circa di 200 euro al mese mentre il canone social housing è di circa 400 euro.

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OCIO,Osservatorio indipendente sulla casa-Venezia

L’Osservatorio CIvicO sulla casa e la residenza — OCIO —è un organismo indipendente di analisi della situazione abitativa della Venezia insulare